Ieri mattina ero a Verona per sbrigare alcune commissioni. Arrivata in città, mi sono ritrovata nel mezzo di una manifestazione, sulla scia dei Forconi, come molte altre in questi giorni.
Li guardavo, un gruppo relativamente grande di ragazzi, tutti in età da liceo. Ho sentito tra la gente commenti e critiche; abbiamo pensato tutti che questi ragazzi avevano preso l’occasione per fare “berna” e che nemmeno sapevano la ragione reale della protesta.
La rabbia è tanta ed è giusto manifestarla, farsi sentire, chiedere ragione di tante cose, pretendere attenzione. Ma in Italia non siamo capaci mi sembra, di farlo nel modo migliore. Guardiamo Istanbul, rimango dell’idea che sia un ottimo esempio. I media non ne parlano più molto, ma Istanbul va avanti, silenziosa e concreta, creativa e fattiva, sinergica e cooperativa. Istanbul ha futuro.
Poi un coro ha attirato la mia attenzione : “Vogliamo il nostro futuro!”.
Quale?
Se avessi un figlio adolescente oggi, cosa gli direi? Come spiegherei? Non saprei cosa dire, come indirizzarlo al suo domani, cosa suggerirgli, …
Mi duole ammetterlo, perché penso che viviamo nel paese più bello del mondo, ma credo gli proporrei di andarsene, di viaggiare, di vedere, di capire, di provare.
Sento molti chiedersi quando e se si tornerà come prima (della crisi). Speriamo di no!
Penso sia concretamente impossibile, ma mi auguro che nemmeno succeda. Se torniamo a come eravamo, a tutto ciò che ci ha portato all’attuale situazione, come potremmo risolvere i problemi, migliorare la vita, garantire futuro?
Ci vuole un cambio. Di mentalità.
11 dicembre 2013 alle 09:12
Condivido e penso che si debba tutti assieme focalizzare SUL PRESENTE. Lasciamo perdere il passato, focalizziamo su: adesso, perché noi siamo nell’adesso, non nel ieri e tanto meno nel domani… Giusto quello che dicono i giovani : “Vogliamo il nostro futuro!” ma ora, ora cosa vogliono? Per cambiare il presente (che è l’unica cosa che si può cambiare, adesso) vi è solo una cosa da fare; tutti insieme, rimboccarsi le maniche 🙂